“Voglio creare un disordine e al tempo stesso voglio trovare un ordine nel disordine che ho creato. È il disordine che crea il movimento e che fa sembrare i personaggi dei miei quadri in movimento.”
“L’arte è nata per raccontare, raccontare delle cose che sono nascoste, delle storie che sono vecchie e altrimenti non saprebbe più nessuno. Grazie all’arte ci sono tante storie che sono tornate nel mondo. Chi viaggia può conoscere la cultura di un paese attraverso l’arte.”
“Ho sempre amato disegnare. Da piccolo a scuola disegnavo dappertutto, ho preso anche delle frustate per questo. Una volta sono dovuto andare a chiedere al falegname un pezzo di carta vetrata per pulire il banco di legno su cui avevo disegnato a scuola. All’età di otto anni ho cominciato ad aiutare mio zio che era un artista e lavorava facendo quadri realizzati con la sabbia. Mi ero innamorato della sua arte. All’inizio l’aiutavo solo a mettere il bianco sulle tavolette e lui mi dava delle monete e questo, per me bambino, era un bel riconoscimento. All’età di 16 anni ho deciso di smettere di andare a scuola per poter soltanto studiare e lavorare nella bottega di mio zio, nonostante tutta la mia famiglia fosse contraria, mio zio compreso, perché avrebbero preferito che continuassi gli studi, ma io avevo l’ambizione di diventare un artista e volevo dedicarmi esclusivamente a questo.”
“Quando vado in Senegal incontro degli italiani che mi chiedono perché io vada in Italia se il mio paese è così bello. Rispondo loro che essendo nato in questa terra e cresciuto con questa cultura sto cercando qualcosa di diverso da quello che ho avuto sempre e per questo vado in Italia. Ma quando sono in Italia la mia mente è in Senegal e quando sono in Senegal la mia mente è in Italia. Adesso non so più neanche se sono senegalese o milanese.”
Sul quadro “Allertà Umanità”
“L’uomo deve tornare ad essere umano, è la nostra unica salvezza. Nit nitai garabam*. Tutti siamo esseri umani ma avere l’umanità è difficile. Siamo in un mondo in cui dobbiamo fermarci per capire dove andare.”
*Proverbio senegalese a cui Alioune si è più volte riferito parlando di quello che vuole esprimere attraverso i suoi quadri. “L’uomo è la cura dell’uomo”. Letteralmente “garab” significa “albero” questa parola in wolof viene usata anche per dire “medicina” in quanto tradizionalmente le medicine erano ricavate principalmente dalle piante.
“I volti bianchi che vedete in questo quadro sono di chi non c’è più. Il mondo è un passaggio. Aduna potu nda la. Ku ci nan jokh sa morom naan.*”
*Proverbio canzone senegalese. “Il mondo è un bicchiere d’acqua. Bevi e dopo passa all’altro la tazza per bere.”
Sul quadro “Tutto il mondo è paese”
“In questo quadro c’è una folla senza paese che va verso dove si sente apprezzata. Oggi tutto il mondo è paese. L’anima va dove sente la pace*. La gente va dove si sente apprezzata.”
*”Bakan jamm la beggue, fumu guis jamm fa lai dem”. Proverbio senegalese. Letteralmente: “Il naso vuole la pace, dove vede la pace è lì che va.” Per dire “anima” in wolof si usa la parola “naso”, perché è dal naso che si respira ed è il naso che sente ciò che è buono.
Sul quadro Ndeup (nome del rito che fanno i Lebu, i pescatori del Senegal, i cui spiriti sono legati al mare. Nonostante l’appartenenza alla religione musulmana in molte famiglie devono essere anche rispettate le relazioni con gli Spiriti della casa, queste relazioni prescindono e precedono la religione musulmana) e sul quadro Gli Spiriti:
“Ci sono spiriti che ci accompagnano e spiriti che ci guariscono. Ognuno ha i suoi spiriti. L’importante è riconoscerli. Se abbandonate gli spiriti, gli spiriti vi abbandonano.”
“Il rito Ndeup è un rito molto importante, un rito d’acqua, yogurt e sangue, che riguarda gli Spiriti che accompagnano una famiglia Lebu da più di una generazione. C’è chi da noi non ci vuole credere perché dice che tutto dipende da Dio, perché dice che è qualcosa che apparteneva al mondo dei suoi nonni e dei suoi bisnonni ma non più al suo. Ma quando ci sono dei problemi non risolti con questi Spiriti un’intera famiglia può rimanere bloccata, chi senza lavoro, chi con problemi di salute, senza magari sapere il perché. Io questo l’ho vissuto in prima persona perché mia nonna era Lebu e io quando ero giovane dicevo appunto di non credere a questa tradizione. Ma un giorno mentre camminavo di notte ho sentito tutto il mio corpo con la pelle d’oca. L’indomani mi sono svegliato e mi sentivo male e ad un certo punto mi si sono chiuse le mani a pugno e non riuscivo più ad aprirle. Un marabut guaritore chiamato da mio padre ci ha detto che gli Spiriti della nostra famiglia mi avevano protetto quella notte e di andare da chi poteva fare da tramite per capire cosa i nostri Spiriti si aspettassero in cambio. Siamo andati da una donna sacerdotessa che ci ha chiesto una gallina rossa, una bianca e yogurt. Una gallina è morta subita mentre l’altra ha cominciato a saltare, saltare e saltare finché è morta con le zampe chiuse come le mie mani. E la donna mi ha detto ‘Tu sei un ragazzo molto testardo. Smettila di camminare di notte. Comunque quello che avevi adesso è andato via. Vieni dentro.’ Ho seguito la donna che mi ha fatto sedere e mi ha lavato con il sangue della gallina. ‘Adesso non muoverti. Torno subito.’ Io sono rimasto dentro e su di me si sono posate diverse mosche ma io non potevo muovermi. Poi la donna è tornata e mi ha lavato con un’altra acqua. Ho sentito la pelle d’oca per tutto il corpo. Poi mi ha detto. ‘Adesso sei guarito. Ma non camminare più di notte. Gli Spiriti ti possono proteggere ma poi tu devi pagarli.’ Da quel giorno credo al rito Ndeup e so che è un’eredità molto importante che ci hanno lasciato i nostri bisnonni.”
Sul quadro “L’Anziano non è Dio ma è vicino a Dio.”
“In Africa ogni anziano che muore è una biblioteca che brucia.” Famosa frase dell’importante scrittore maliano Amadou Hampate Ba.
Sul quadro “L’Eredità”
“Da noi diciamo che le eredità importanti non sono dei beni materiali. Avevo degli amici figli di Marabut Guaritori con cui giocavo a calcio da ragazzo che da un giorno all’altro sono cambiati come dal nero al bianco. Perché era arrivato il loro momento in cui dovevano ereditare quello che era stato di suo papà.”
Sul quadro “Perché donna?”
“Qui in Italia mi ha molto stupito sentire più di una donna dire: ‘Perché sono donna? Se avessi potuto scegliere sarei nata uomo’. Mi ha molto colpito sentire questa frase ed è per questo che ho fatto questo quadro. Credo che il perché di questa frase dipenda dalle violenze che subiscono le donne da parte degli uomini. In Africa è più facile sentir dire il contrario. In Africa la donna è sacra perché è alla donna che Dio ha dato la possibilità di dare la vita.”
Sul quadro “Le Scomparse”
“Ascoltando il telegiornale qui in Italia mi è successo più di una volta di sentire questa parola. Addirittura c’è un programma televisivo che si chiama ‘Chi l’ha visto?’. Questo quadro è dedicato a chi è scomparso, in particolare alle donne scomparse.”
Sul quadro “La Crisi”
“Spesso si sente parlare di crisi economica, ma nel mio quadro io parlo di crisi umanitaria, mancanza di valori e di fiducia tra noi esseri umani. Da noi in Africa è molto importante salutarsi, quando saluto una persona so di avere tutto perché ho il suo ascolto. Ma se tu vai verso una persona e quella persona scappa allora vuol dire che siamo in crisi. Quando una persona mi chiama qui a Milano io mi fermo e la ascolto. Può darsi sia persa o forse sta male. Se posso aiutarla la aiuto, se non posso lascio che continui la sua strada. Ma è sempre importante accogliere calorosamente un essere umano.”
Sul quadro “Lo Skateboard”
“Questo è un quadro sulla vita. Perché nella vita, come sullo skateboard, ci vuole equilibrio. Sembra facile ma è difficile. Abbiamo bisogno dell’equilibrio per riuscire a fare quello che vogliamo. La pace appartiene a chi segue la strada giusta*.”
*“Jamm gnelna ki top ionu njup” frase di Cheikh Ahmadou Bamba fondatore del muridismo
Sul quadro “Le notizie dell’anno”
“In Senegal ogni anno gli anziani Sérèr prima dell’inizio della stagione della pioggia si riuniscono per ‘vedere’ come andrà la raccolta e in quell’occasione ‘vedono’ anche quello che succederà durante l’anno. Per un lungo periodo questa profezia non veniva né creduta né considerata ufficialmente mentre oggi alcuni di questi anziani vengono addirittura invitati al telegiornale a parlare della loro visione. Questo quadro è dedicato alla loro saggezza.”
Per definire ciò che rende possibile l’accesso a queste conoscenze lo scrittore dagara del Burkina Faso Malidoma Patrice Some ha usato l’interessante definizione “african spiritual tecnologies”.